I Tre Castelli / Three Castels / Drei Burgen / Les Châteaux
I castelli di Bellinzona si annoverano fra le più mirabili testimonianze dell'architettura fortificata medievale dell'arco alpino. La configurazione odierna della chiusa bellinzonese, che ha le sue lontane origini in un nucleo preistorico sulla collina di Castelgrande, si deve sostanzialmente all'intensa e complessa attività edilizia promossa dai duchi di Milano nel quattrocento. Rimonta a quell'epoca la costruzione di un possente impianto difensivo che sbarrava la valle del Ticino in tutta la sua larghezza per arrestare l'avanzata dei confederati svizzeri. Ancora oggi queste fortificazioni, dichiarate nel 2000 dall'UNESCO patrimonio dell'umanità, con le loro mura merlate, le torri e le porte, non cessano di destare meraviglia.
These fortresses number among the finest examples of medieval fortification architecture in the alpine region. As they appear today, Bellinzona's fortifications, whose origins actually go much further back to a prehistoric settlement on Castelgrande hill, are mainly the result of intensive and complex building activity undertaken by the Dukes of Milan in the 15th century. The contruction of powerful defence installations, which effectively formed a barrier right across the Ticino valley floor to halt the advance of the confederates, dates back to this period in history. These battlements, towers and gateway, included in the UNESCO World Heritage list in 2000, are still a source of wonder today.
Die Wehranlagen von Bellinzona gehören zu den bedeutendsten Zeugen der mittelalterlichen Befestigungsbaukunst im Alpenraum.
Herausgewachsen aus einen spätantiken Kern auf dem Felshügel des Castelgrande, beruht die heutige Gestalt der Talsperre vor allem auf der umfangreichen Bautätigkeit der Herzöge von Mailand im 15. Jahrhundert. Damals ist eine mächtige, das ganze Tal abschliessende Festung entstanden, die dem kriegerischen Vordringen der Eidgenossen Einhalt gebieten sollte. Mit ihren Mauern, Türmen, Zinnen und Toren löst diese imposante Befestigungsanlage, die in der Unesco Liste des Weltkulturerbes im Jahr 2000 aufgenommen wurde, auch beim heutigen Betrachter Erstaunen aus.
Herausgewachsen aus einen spätantiken Kern auf dem Felshügel des Castelgrande, beruht die heutige Gestalt der Talsperre vor allem auf der umfangreichen Bautätigkeit der Herzöge von Mailand im 15. Jahrhundert. Damals ist eine mächtige, das ganze Tal abschliessende Festung entstanden, die dem kriegerischen Vordringen der Eidgenossen Einhalt gebieten sollte. Mit ihren Mauern, Türmen, Zinnen und Toren löst diese imposante Befestigungsanlage, die in der Unesco Liste des Weltkulturerbes im Jahr 2000 aufgenommen wurde, auch beim heutigen Betrachter Erstaunen aus.
Les origines des constructions remontent à la fin de l'Antiquité, lors de la création d'un premier noyau implanté sur le promontoire rocheux de Castelgrande. Toutefois, l'aspect actuel de l'ensemble monumental est dû, pour l'essentiel, aux vastes travaux réalisés par les ducs de Milan au XVe siècle. De cette époque date l'imposante muraille érigée pour dissuader les attaques guerrières des Confédérés qui, autrefois barrait toute la vallée. Avec leurs murs, leurs tours, leurs merlons et leurs portes, ces fortifications suscitent aujourd'hui encore l'émerveillement du visiteur.
Castelgrande
Il primo insediamento umano sulla collina di Castelgrande, attestato durante gli scavi dal 1984-1985, risale al 5500/5000 aC. (neolitico).
Su questo primo insediamento, nel IV secolo d. C. si costruì la prima fortificazione accertata archeologicamente (scavi del 1967). Anche vari documenti del VI secolo ricordano l'esistenza di una struttura fortificata. Nel XIV secolo il castello è per la prima volta chiamato Castrum Magnum, Castel Grande.
È il nome odierno, anche se durante l'occupazione svizzera venne chiamato d'Uri (1630) o di Altdorf, e nel 1818 Catello di S. Michele. Il complesso attualmente visibile risale nel suo insieme a varie epoche: ad un primo momento costruttivo, datato al XIII sec., si sovrappose una fase «milanese» (1473-1486), cui seguì un intervento di ripristino all'inizio del Seicento ed infine grandi interventi nell'Ottocento.
L'odierno aspetto è il risultato degli ultimi restauri (1984-1991), diretti dall'architetto Aurelio Galfetti. Da ricordare infine l'imponenza della Torre detta Bianca (1250-1350), alta 27 metri, e l'eleganza della Torre Nera (1310), alta 28 metri. La cinta merlata si suddivide in tre settori; da uno di essi si stacca la murata che scende fino in città. All'epoca dei Visconti scendeva fino al fiume Ticino; costruita verso la fine del XIV sec., fu potenziata dagli Sforza tra il 1486 e il1489, e distrutta in parte dalla «buzza di Biasca» nel 1515.
Da questo castello la vista è bellissima. Ad esso si può arrivare salendo per ripidi viottoli, da piazza Collegiata, da piazza Nosetto e per una comoda strada partendo da via Orico. Dalla Piazzetta Della Valle si può inoltre salire al castello con il comodo ascensore.
Il Castello di Montebello
Situé sur la colline de Montebello, à environ 90 mètres au-dessus de la ville, il domine Castelgrande. C'est à partir du château de Montebello que se divisent les murailles qui cernaient le vieux bourg et qui se joignaient à celles descendant du rocher de San Michele. Il existe encore des parties de ces deux murailles qui protégeaient les flancs septentrional et méridional de la formidable fortification triangulaire. Le fragment de muraille découvert il y a quelques années aux abords de la Piazza del Sole sera restauré lors de l'aménagement global de la place. Le noyau intérieur du château, restauré à plusieurs reprises, date des XIIIe et XIVe s. Il aurait été construit par la famille Rusconi, qui l'a conservé même sous l'occupation des Visconti. Les cours intérieures avec leurs tours et la demi-lune datent des XIVe et XVe s. et doivent leur aspect actuel aux ingénieurs des Sforza. Anciennement dit Castel Piccolo (1457-1472) ou Castello di Montebello, il fut appelé Castello di Svitto (Schwyz) sous l'occupation des Confédérés, puis San Martino en 1818. Il devient propriété de la famille Ghiringhelli vers la fin du XVIIIe s. Le Canton l'achète en 1903 à l'occasion du centenaire de l'indépendance tessinoise et le fait restaurer pour la première fois. Depuis le château, d'accès facile à pied en partant de Piazza Collegiata ou du quartier Nocca ou en voiture en prenant la route goudronnée qui part de Viale Stazione, vous aurez une vue splendide jusqu'au lac Majeur.
Il Sasso Corbaro
Domina sulla pianura bellinzonese a 230 metri sopra il livello della città. Tipica fortezza sforzesca, le sue masse murarie sono ridotte all'essenzialità di una figura geometrica.
Nella corte quadrata chiusa tra alte muraglie s'innestano il mastio dalle possenti spalle che raggiungono i metri 4.70 di spessore, e la torre di vedetta. Venne costruito per ordine del duca di Milano nel 1479 in poco più di sei mesi di lavoro dopo la battaglia di Giornico. È opera dell'ingegnere Benedetto Ferrini di Firenze che morì di peste, il 10 ottobre dello stesso anno. Il suo nome deriva dal colle sul quale si erge; durante il dominio svizzero fu chiamato di Unterwalden, e nel 1818 di S. Barbara.
Dai bellinzonesi è detto anche Castello di Cima. Questo fortilizio, che fu innalzato per garantir meglio la chiusura della valle del Ticino, dopo il 1798, abbandonato a sè stesso, incominciò ad andare in rovina; si sarebbe ridotto ad un cumulo di macerie se agli inizi del 1870 il Cantone non l'avesse ceduto ad una società che intendeva trasformarlo in albergo, e, alcuni anni dopo, a tre famiglie bellinzonesi che lo trasformarono in residenza estiva.
Nel 1919 ritornò allo Stato che poi lo restaurò facendo ricostruire, tra l'altro, il rivellino, i portali d'ingresso, la seicentesca cappella e il pozzo. Vi si può salire per comode strade dal Castello di Montebello e da via Ospedale. Quest'ultima fiancheggia il torrente Dragonato e passa sotto la chiesa della Madonna della Neve.
Il panorama che vi si gode è fantastico: si allarga, verso settentrione, fino alla valle Riviera dominata dal pizzo di Claro, e verso meridione si spinge sino al bacino del lago Maggiore in territorio italiano.
Su questo primo insediamento, nel IV secolo d. C. si costruì la prima fortificazione accertata archeologicamente (scavi del 1967). Anche vari documenti del VI secolo ricordano l'esistenza di una struttura fortificata. Nel XIV secolo il castello è per la prima volta chiamato Castrum Magnum, Castel Grande.
È il nome odierno, anche se durante l'occupazione svizzera venne chiamato d'Uri (1630) o di Altdorf, e nel 1818 Catello di S. Michele. Il complesso attualmente visibile risale nel suo insieme a varie epoche: ad un primo momento costruttivo, datato al XIII sec., si sovrappose una fase «milanese» (1473-1486), cui seguì un intervento di ripristino all'inizio del Seicento ed infine grandi interventi nell'Ottocento.
L'odierno aspetto è il risultato degli ultimi restauri (1984-1991), diretti dall'architetto Aurelio Galfetti. Da ricordare infine l'imponenza della Torre detta Bianca (1250-1350), alta 27 metri, e l'eleganza della Torre Nera (1310), alta 28 metri. La cinta merlata si suddivide in tre settori; da uno di essi si stacca la murata che scende fino in città. All'epoca dei Visconti scendeva fino al fiume Ticino; costruita verso la fine del XIV sec., fu potenziata dagli Sforza tra il 1486 e il1489, e distrutta in parte dalla «buzza di Biasca» nel 1515.
Da questo castello la vista è bellissima. Ad esso si può arrivare salendo per ripidi viottoli, da piazza Collegiata, da piazza Nosetto e per una comoda strada partendo da via Orico. Dalla Piazzetta Della Valle si può inoltre salire al castello con il comodo ascensore.
The site on which Castelgrande stands is rich in history and archaeological findings unearthed during excavations in 1984-85 confirm that the site was inhabited as far back as the Neolithic period (5500-5000 B.C.) and though to Roman times. Excavation in 1967 brought to light evidence of the first fortification which dates from the 4th c.A.C. Documents dating from the 6th c. also mention the existence of this first defensive construction. The castle as we see it today was built in various stages and has undergone several restorations. Construction of the castle began in the 13th c.; it was enlarged in 1473-86 and later restored in the 17th and 19th centuries. The White and Black Tower date from the 13th and 14th centuries and are 27 and 28 meters high. Architect Mr. Aurelio Galfetti carried out the latest extensive restorations in 1984-91. The transformation is exemplified stunningly in the inner courtyard, the entrances, the elevator and the steps leading down to the town centre. The battlements are divided into three sections, one of which still descends right into the town centre. At the time of the Visconti, this remaining bulwark reached down as far as the river Ticino. It was built in the late 14th c. and fortified by the Sforza dukes of Milan between 1486 and 1489. In 1515, parts of the wall were destroyed by a flood (“Buzza di Biasca”). The castle stands 50 meters above the town and can be reached on foot in a matter of minutes taking the steep foot paths which climb up from Piazza Collegiata and Piazza Nosetto, or the gently winding road leading up from Via Orico which skirts the San Michele hill. Alternatively, there is a modern lift with access from Piazzetta Della Valle. Castelgrande is open all year.
Grabungen in den Jahren 1984-85 bezeugen eine erste Besiedlung des Hügels von Castelgrande in der Neusteinzeit, also ca. 5500 vor Christus. Auf dieser Siedlung, die wahrscheinlich bis zur Römerzeit laufend weiterentwickelt wurde, erbaute man im 4. Jahrhundert n. Chr. die erste Festung. Grabungen sowohl als auch Dokumente aus dem 6. Jhdt bestätigen das Bestehen dieser Befestigungsanlage. Im 14. Jhdt taucht erstmals der lateinische Name für Castelgrande, Castel Magnum, auf. Während der eidgenössischen Besetzungszeit hiess die Burg Uri oder Altdorf (1630), 1818 wurde sie San Michele genannt. Der gegenwärtig sichtbare Gebäudekomplex geht auf verschiedene Epochen zurück. Die Bauten aus dem 13. Jhdt werden 1473-86 mit einer "mailändischen" Phase überbaut, welcher anfangs des 17. Jhdts Wiederherstellungsarbeiten folgen und schliesslich, im 19. Jhdt, grosse Eingriffe. Das heutige Aussehen des Innenhofs, die Wiederherstellung der Zugänge, der Lift und die Treppe zur Stadt sowie der teilweise neue Innenausbau sind das Resultat der Restaurierung von 1984-911 die der Architekt Aurelio Galfetti geleitet hat. Ein besonderes Merkmal im Landschaftsbild von Bellinzona sind der 27 m hohe "weisse Turm" und der 28 m hohe "schwarze Turm", erbaut 1250-1350. Die Ringmauer mit Zinnen unterteilt die Burg in drei grosse Sektoren; eine mächtige Mauer verläuft zudem zur Stadt hinunter. Zur Zeit der Visconti führte sie über den felsigen Vorsprung bis zum Fluss Ticino hinunter. Erbaut gegen Ende des l4. Jhdts, wurde sie in den Jahren 1486-89 von den Sforza verstärkt und im Jahr 1515 von einer Ueberschwemmung, der "buzza di Biasca", zum Teil zerstört. Die Burg gewährt einen einzigartigen Ausblick. Steile Gässchen führen von der Piazza Nosetto und der Piazza Collegiata auf den Schlosshügel; ein Zugang führt über die Mauer vom Viale Portone her; von der Piazza del Sole aus steht der Lift zur Verfügung.
La première installation humaine sur la colline de Castelgrande, découverte lors des fouilles de 1984-1985, remonte à 5500/5000 avant J.-C. (néolithique). La première fortification, documentée archéologiquement lors des fouilles de 1967, date du VIe s. Plusieurs documents du VIe s. rappellent l'existence d'une structure fortifiée. C'est au XIVe s. que le château est pour la première fois appelé « Castel Magnum » Castelgrande, appellation utilisée encore aujourd'hui, même si, sous l'occupation des Confédérés, il fut appelé Château d'Uri (1630) ou de Altdorf et, en 1818, Château de San Michele. Les structures actuellement visibles datent de différentes époques : à la première construction du XIIIe s. se superpose la période « milanaise » (1473-1486). D'importantes interventions furent effectuées aux XVIIe et XIXe s. Les derniers travaux (1984-1991), dirigés par l'architecte Aurelio Galfetti, ont débouché sur d'importantes restaurations : la cour intérieure, les accès l'ascenseur et l'escalier qui relient la ville au château. La tour « blanche » (1250-1350) à l'aspect imposant et la tour « noire » (1310) avec sa silhouette élégante font partie des caractéristiques dominantes du paysage de Bellinzona. L'enceinte crénelée se subdivise en trois secteurs. A l'époque des Visconti l'enceinte descendait le long du rocher jusqu'à la rivière Ticino : bâtie vers la fin du XIVe s. et fortifiée par les Sforza entre 1486 et 1489, elle fut en partie détruite par la « Buzza di Biasca » en 1515. Le château, situé à 50 mètres environ au-dessus de la ville, jouit d'une vue magnifique sur la ville et toute la région et est accessible facilement à pied depuis Piazza Collegiata et Piazza Nosetto ou par via Orico et la colline de San Michele.
Il Castello di Montebello
È situato sul colle di Montebello a una novantina di metri sopra il livello della città dominando dall'alto il Castelgrande.
Da esso si dipartivano le mura che chiudevano l'antico borgo sino ad incontrare quelle che scendevano dal colle di S. Michele. Di queste mura, che proteggevano i fianchi del formidabile fortilizio a forma di triangolo, esistono ancora parte dei due rami.
Interessante è la murata venuta alla luce alcuni anni or sono in piazza del Sole, murata che sarà restaurata. Il primo nucleo interno di questo castello, restaurato a più riprese, risale al XIII/XIV sec. Sembra che sia stato eretto dai Rusca che lo conservarono anche sotto il dominio dei Visconti. Le corti esterne con le torri e il rivellino furono costruiti nel XIV/XV sec. ed ebbero l'aspetto attuale per opera degli ingegneri sforzeschi nella seconda metà del XV sec. Anticamente era chiamato Castel Piccolo (1457-1472) o Castello di Montebello.
Durante l'occupazione svizzera fu chiamato Castello di Svitto e, dopo il 1818, di S. Martino. Diventato di proprietà della famiglia Ghiringhelli verso la fine del XVIII sec., fu acquistato dal Cantone nel 1903 in occasione del Centenario dell'Indipendenza ticinese.
Da quest'altro castello, che si può raggiungere a piedi da Piazza Collegiata o dal quartiere Nocca, e per una strada che si diparte da viale Stazione, la vista è superba.
Da esso si dipartivano le mura che chiudevano l'antico borgo sino ad incontrare quelle che scendevano dal colle di S. Michele. Di queste mura, che proteggevano i fianchi del formidabile fortilizio a forma di triangolo, esistono ancora parte dei due rami.
Interessante è la murata venuta alla luce alcuni anni or sono in piazza del Sole, murata che sarà restaurata. Il primo nucleo interno di questo castello, restaurato a più riprese, risale al XIII/XIV sec. Sembra che sia stato eretto dai Rusca che lo conservarono anche sotto il dominio dei Visconti. Le corti esterne con le torri e il rivellino furono costruiti nel XIV/XV sec. ed ebbero l'aspetto attuale per opera degli ingegneri sforzeschi nella seconda metà del XV sec. Anticamente era chiamato Castel Piccolo (1457-1472) o Castello di Montebello.
Durante l'occupazione svizzera fu chiamato Castello di Svitto e, dopo il 1818, di S. Martino. Diventato di proprietà della famiglia Ghiringhelli verso la fine del XVIII sec., fu acquistato dal Cantone nel 1903 in occasione del Centenario dell'Indipendenza ticinese.
Da quest'altro castello, che si può raggiungere a piedi da Piazza Collegiata o dal quartiere Nocca, e per una strada che si diparte da viale Stazione, la vista è superba.
Montebello is the name of the hill on which the castle stands, 90 meters above Castelgrande. The defensive walls of the old town originate here and join up with those from San Michele hill. There are still parts of both branches of these walls protecting the north and south sides of the fortress. After demolition of a row of houses in Piazza del Sole another section of wall came to light and will be restored as soon as the final layout of the square has been decided. The internal nucleous of the castle dates back to the 13th/14th centuries and has been restored several times. Most probably, it was built by the Rusconi family of Como who kept it for a long period of time, even during the rule of the Viscontis. The external courtyards with the towers and the “Rivellino” were built by Sforza engineers in the second half of the 15th c. During Swiss occupation, the castle was called Castello di Svitto but it was renamed Castello di San Martino when Ticino became an independent canton. Towards the end of the 18th c., the castle was acquired by the Ghiringhelli family who ceded it to the Canton in 1903 on the occasion of the first centenary of independence. The view from the castle is spectacular to say the least and, on a clear day it is possible to see Lake Maggiore in the distance. The castle can be reached on foot from Piazza Collegiata or from the residential area called “Nocca” and by bus taking a road up from Viale Stazione.
Vom Hügel Montebello aus, auf dem diese Burg 90 Meter über der Stadt thront, bicken wir auf das Castelgrande hinunter. Hier teilten sich die Mauern, die die Altstadt umfingen und sich mit denjenigen, trafen, die vom Felsen S. Michele hinunterstiegen. Teile dieser Ringmauer, die die nördliche und südliche Flanke der riesigen dreieckigen Festung beschützten, bestehen heute noch. Interessant ist das vor einigen Jahren in der Piazza del Sole zum Vorschein gekommene Mauerstück, das im Rahmen der gesamten Neugestaltung dieses Platzes renoviert wurde Burganlage, welche mehrmals restauriert wurde, stammt aus dem 13.-14. Jhdt. Sie soll von den Rusconi erbaut worden sein, welche sie auch unter der Herrschaft der Visconti noch lange benutzten. Die äusseren Burghöfe mit ihren Türmen wurden im 14. und 15. Jhdt. errichtet und verdanken ihre heutige Form den Ingenieuren der Sforza Ursprünglich hiess die Burg Castel Piccolo.
Unter der eidgenössischen Besatzung wurde sie auf Burg Schwyz und später, 1818, auf S. Martino umgetauft. Gegen Ende des 18. Jhdts kam sie in den Besitz der Familie Ghiringhelli. 1903, aus Anlass der 100-jährigen Unabhängigkeit des Tessins, wurde sie vom Kanton erstanden und zum ersten Mal restauriert. Der Aufstieg zur Burg kann zu Fuss von der Piazza Collegiata oder vom Quartier Nocca aus erfolgen; die asphaltierte Zufahrtstrasse zweigt vom Viale Stazione ab. Der Ausblick über die Magadinoebene reicht bis zum Lago Maggiore.
Unter der eidgenössischen Besatzung wurde sie auf Burg Schwyz und später, 1818, auf S. Martino umgetauft. Gegen Ende des 18. Jhdts kam sie in den Besitz der Familie Ghiringhelli. 1903, aus Anlass der 100-jährigen Unabhängigkeit des Tessins, wurde sie vom Kanton erstanden und zum ersten Mal restauriert. Der Aufstieg zur Burg kann zu Fuss von der Piazza Collegiata oder vom Quartier Nocca aus erfolgen; die asphaltierte Zufahrtstrasse zweigt vom Viale Stazione ab. Der Ausblick über die Magadinoebene reicht bis zum Lago Maggiore.
Situé sur la colline de Montebello, à environ 90 mètres au-dessus de la ville, il domine Castelgrande. C'est à partir du château de Montebello que se divisent les murailles qui cernaient le vieux bourg et qui se joignaient à celles descendant du rocher de San Michele. Il existe encore des parties de ces deux murailles qui protégeaient les flancs septentrional et méridional de la formidable fortification triangulaire. Le fragment de muraille découvert il y a quelques années aux abords de la Piazza del Sole sera restauré lors de l'aménagement global de la place. Le noyau intérieur du château, restauré à plusieurs reprises, date des XIIIe et XIVe s. Il aurait été construit par la famille Rusconi, qui l'a conservé même sous l'occupation des Visconti. Les cours intérieures avec leurs tours et la demi-lune datent des XIVe et XVe s. et doivent leur aspect actuel aux ingénieurs des Sforza. Anciennement dit Castel Piccolo (1457-1472) ou Castello di Montebello, il fut appelé Castello di Svitto (Schwyz) sous l'occupation des Confédérés, puis San Martino en 1818. Il devient propriété de la famille Ghiringhelli vers la fin du XVIIIe s. Le Canton l'achète en 1903 à l'occasion du centenaire de l'indépendance tessinoise et le fait restaurer pour la première fois. Depuis le château, d'accès facile à pied en partant de Piazza Collegiata ou du quartier Nocca ou en voiture en prenant la route goudronnée qui part de Viale Stazione, vous aurez une vue splendide jusqu'au lac Majeur.
Il Sasso Corbaro
Domina sulla pianura bellinzonese a 230 metri sopra il livello della città. Tipica fortezza sforzesca, le sue masse murarie sono ridotte all'essenzialità di una figura geometrica.
Nella corte quadrata chiusa tra alte muraglie s'innestano il mastio dalle possenti spalle che raggiungono i metri 4.70 di spessore, e la torre di vedetta. Venne costruito per ordine del duca di Milano nel 1479 in poco più di sei mesi di lavoro dopo la battaglia di Giornico. È opera dell'ingegnere Benedetto Ferrini di Firenze che morì di peste, il 10 ottobre dello stesso anno. Il suo nome deriva dal colle sul quale si erge; durante il dominio svizzero fu chiamato di Unterwalden, e nel 1818 di S. Barbara.
Dai bellinzonesi è detto anche Castello di Cima. Questo fortilizio, che fu innalzato per garantir meglio la chiusura della valle del Ticino, dopo il 1798, abbandonato a sè stesso, incominciò ad andare in rovina; si sarebbe ridotto ad un cumulo di macerie se agli inizi del 1870 il Cantone non l'avesse ceduto ad una società che intendeva trasformarlo in albergo, e, alcuni anni dopo, a tre famiglie bellinzonesi che lo trasformarono in residenza estiva.
Nel 1919 ritornò allo Stato che poi lo restaurò facendo ricostruire, tra l'altro, il rivellino, i portali d'ingresso, la seicentesca cappella e il pozzo. Vi si può salire per comode strade dal Castello di Montebello e da via Ospedale. Quest'ultima fiancheggia il torrente Dragonato e passa sotto la chiesa della Madonna della Neve.
Il panorama che vi si gode è fantastico: si allarga, verso settentrione, fino alla valle Riviera dominata dal pizzo di Claro, e verso meridione si spinge sino al bacino del lago Maggiore in territorio italiano.
The Sforzas built the third castle, called Sasso Corbaro after the hill on which it stands, in 1479 after the defeat of the Milanese troops at the Battle of Giornico. It was designed and completed in the incredibly brief time of 6 month by the military engineer Benedetto Ferrini of Florence who died of the plague shortly before its completion. Its dominant position 230 meters above the town meant better protection of the Ticino Valley. The Castle, starkly geometrical in shape, stands in a square courtyard surrounded by massive walls which are as much as 4.70 meters thick at the point where they join the keep on the north side. The lookout tower on the south side is still almost intact. During early Swiss occupation, the castle was known as the Castle of Unterwalden but was renamed Santa Barbara in 1818. Today it is called Sasso Corbaro or Castello di Cima. It was abandoned in 1798 and started to deteriorate; it would have fallen into complete disrepair had the Canton not interceded in 1870, handing it over to an organization which planned to turn it into a hotel, and later to three Bellinzonas families who transformed it into a summer residence. In 1919, the state regained possession and began restoration that included the rebuilding of the “Rivellino”, or outer courtyard, the entrance gates, the 17th c. chapel and the well. The castle can be easily reached, by road either from Castello di Montebello or by Via Ospedale. The latter flanks the Dragonato stream, which flows past the church of the Madonna della Neve. The castle is situated on a wooded hillside in an idyllic setting with magnificent views taking in the Riviera Valley and the Pizzo di Claro to the north and Lago Maggiore to the south.
Diese Burg beherrscht die Gegend von Bellinzona aus 230 m Höhe über der Stadt. Wie bei anderen von den Sforza in lombardischen Städten errichteten Befestigungsbauten sind die Mauerwerke auf geometrische Grundformen beschränkt. Dem viereckigen, von hohen Mauern umschlossenen Innenhof, fügen sich der massive Hauptturm (mastio) mit bis zu 4,7 m dicken Mauern und der Beobachtungsturm (torre di vedetta) an. Die Burg Sasso Corbaro wurde auf Befehl des Herzogs von Mailand in etwas mehr als sechs Monaten ununterbrochene 4 Tag und Nachtarbeit im Anschluss an die Schlacht von Giornico im Jahre 1479 erstellt. Der mit ihrem Bau beauftragte Militäringenieur Benedetto Ferrini aus Florenz starb kurz vor der Fertigstellung an der Pest. Die Burg wurde nach dem Hügel benannt, auf dem sie sich mit dem ganzen Stolz der Renaissance erhebt. Unter der Herrschaft der Eidgenossen wurde sie Burg Unterwalden und im Jahre 1818 Santa Barbara getauft. Die Bellinzonesi nennen sie auch Castello di Cima. Sie ist die dritte der Befestigungen, die von den Herzöge von Mailand zur Verstärkung der Abriegelung des Ticinotals erstellt wurden. Nach 1798 wurde sie sich selbst überlassen and wäre sicher zerfallen, wenn sie der Kanton anfangs 1870 nicht einer privaten Gesellschaft, die ein Hotel daraus machen wollte, und später an drei Bellinzoneser Familien, die sie in eine Sommerresidenz umbauten, weitergegeben hätte.
Im Jahre 1919 wurde sie vom Kanton zurückgekauft, der sie renovierte und unter anderem die Eingangsportale, die Kapelle aus dem 17. Jhdt und den Ziehbrunnen wieder aufbauen liess. Bequeme Strassen führen von der Burg Montebello and von der via Ospedale zum Sasso Corbaro. Letztere führt dem Wildbach Dragonato entlang und an der romantischen Kirche der Madonna della Neve vorbei. Die Burg steht in idyllischer Ruhe auf einem bewaldeten Bergvosprung, von dem aus der Blick gegen Norden über die Stadt und das Rivieratal hinweg bis zum Pizzo di Claro und gegen Süden bis zum italienischen Becken des Lago Maggiore reicht.
Im Jahre 1919 wurde sie vom Kanton zurückgekauft, der sie renovierte und unter anderem die Eingangsportale, die Kapelle aus dem 17. Jhdt und den Ziehbrunnen wieder aufbauen liess. Bequeme Strassen führen von der Burg Montebello and von der via Ospedale zum Sasso Corbaro. Letztere führt dem Wildbach Dragonato entlang und an der romantischen Kirche der Madonna della Neve vorbei. Die Burg steht in idyllischer Ruhe auf einem bewaldeten Bergvosprung, von dem aus der Blick gegen Norden über die Stadt und das Rivieratal hinweg bis zum Pizzo di Claro und gegen Süden bis zum italienischen Becken des Lago Maggiore reicht.
Il domine la plaine de Bellinzona à 230 mètres au-dessus de la ville. Forteresse typique des Sforza, comme on en voit dans de nombreuses citadelles lombardes. L'ensemble de ses murs est réduit à l'essentiel d'une figure géométrique. A la tour quadrangulaire protégée par de hautes murailles se rattachent le solide donjon, dont les murs arrivent à une épaisseur de 4,70 m., et la tour de guet. Il fut construit sur ordre du duc de Milan en 1479, en six mois environ de travail acharné, nuit et jour, suite à la bataille de Giornico. C'est l'œuvre de l'ingénieur militaire Benedetto Ferrini de Florence, qui mourut de la peste le 10 octobre de la même année quand les travaux étaient presque achevés. Ce château a pris le nom de la colline sur laquelle il se dresse de toute son élégance et fierté de la Renaissance ; sous la domination des Confédérés, il fut appelé château d'Unterwalden et en 1818 de Santa Barbara. Les habitants de Bellinzona l'appellent aussi Castello di Cima. Cette troisième forteresse érigée par les ducs de Milan pour mieux garantir la fermeture de la vallée du Tessin, fut abandonnée après 1798 et commença à tomber en ruine. Elle se serait certainement écroulée si, en 1870, le Canton ne l'avait cédée à une société qui voulait la transformer en un hôtel et, quelques années plus tard, à trois familles de Bellinzona qui en firent leur résidence d'été. L'Etat en repris possession en 1919 et la fit restaurer, en prenant soin de reconstruire, entre autres, la demi-lune, les portails d'entrée, la chapelle du XVIIe s. et le puits. On y accède par des routes goudronnées qui partent du château de Montebello et de Via Ospedale. Cette dernière longe le ruisseau Dragonato et passe devant la charmante église de la Madonna dell Neve. Le château s'élève sur un éperon de montagne boisé où règne une tranquillité idyllique. Le panorama est fantastique ; au Nord, il s'élargit de la ville jusqu'à la Valle Riviera, au Sud il s'étend jusqu'au lac Majeur en territoire italien.
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